«Il Memorandum d’Intesa tra Italia e Albania sugli sbarchi e sul trattamento delle domande di asilo, concluso la scorsa settimana, solleva diverse preoccupazioni in materia di diritti umani e si aggiunge ad una preoccupante tendenza europea verso l’esternalizzazione delle responsabilità in materia di asilo».
Lo dichiara oggi in una nota la commissaria europea per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic.
«Il protocollo d’intesa solleva una serie di importanti questioni sull’impatto che la sua attuazione avrebbe sui diritti umani dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti – spiega -. Questi riguardano, tra gli altri, lo sbarco tempestivo, l’impatto sulle operazioni di ricerca e salvataggio, l’equità delle procedure di asilo, l’identificazione delle persone vulnerabili, la possibilità di detenzione automatica senza un adeguato controllo giurisdizionale, le condizioni di detenzione, l’accesso all’assistenza legale e rimedi efficaci. Il protocollo d’intesa crea un regime di asilo extraterritoriale ad hoc caratterizzato da numerose ambiguità giuridiche. In pratica, la mancanza di certezza giuridica probabilmente minerà le fondamentali garanzie di tutela dei diritti umani e la responsabilità per le violazioni, con conseguente differenza di trattamento tra coloro le cui domande di asilo saranno esaminate in Albania e coloro per i quali ciò avverrà in Italia».
«Il protocollo d’intesa – rimarca la commissaria dell’organismo dei diritti umani – è indicativo di un impegno più ampio da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa a perseguire vari modelli di esternalizzazione dell’asilo come potenziale ‘soluzione rapida’ alle complesse sfide poste dall’arrivo di rifugiati, richiedenti asilo e migranti. Tuttavia, le misure di esternalizzazione aumentano significativamente il rischio di esporre rifugiati, richiedenti asilo e migranti a violazioni dei diritti umani. Lo spostamento della responsabilità oltre confine da parte di alcuni Stati incentiva anche altri a fare lo stesso, il che rischia di creare un effetto domino che potrebbe mettere a repentaglio il sistema europeo e globale di protezione internazionale».
«Garantire che l’asilo possa essere richiesto e valutato nei territori degli Stati membri – aggiunge la commissaria – rimane la pietra angolare di un sistema ben funzionante e rispettoso dei diritti umani che fornisca protezione a coloro che ne hanno bisogno. È quindi importante che gli Stati membri continuino a concentrare le proprie energie sul miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei loro sistemi nazionali di asilo e accoglienza e che non permettano che il dibattito in corso sull’esternalizzazione distolga da questo le risorse e l’attenzione tanto necessarie. Allo stesso modo, è fondamentale che gli Stati membri garantiscano che gli sforzi di cooperazione internazionale diano priorità alla creazione di percorsi sicuri e legali che consentano alle persone di cercare protezione in Europa senza ricorrere a rotte migratorie pericolose e irregolari».