«Non ho sentito Filippo e neppure chi lo assiste in Germania, quindi non faccio commenti. Filippo, assistito da un altro legale, deve essere sentito in Germania per motivi esclusivamente procedurali, non credo che i genitori lo vadano a trovare così, se non necessario, neppure io andrò».
Lo ha dichiarato Emanuele Compagno, avvocato di Filippo Turetta.
«Sappiamo che Filippo è stato trovato in grande sofferenza scosso dalla vicenda. Possiamo scervellarci per cercare di capire cosa è passato per la mente di questo ragazzo, ma resta solo il fatto che è stato descritto come un giovane modello, magari insistente nei modi con Giulia ma come lo sono, anche con la messaggistica, i ragazzi di oggi».
Ieri si è svolta l’udienza per un giovane, rappresentato dall’avvocato tedesco Dimitar Krassa, durante la quale è stato convalidato il suo arresto in base a un mandato di arresto europeo (MAE). Lo studente ha accettato di essere consegnato all’Italia, una decisione che semplifica il processo di consegna – che non è un’estradizione, data la cooperazione tra gli stati europei. Il Tribunale regionale superiore dovrà esprimersi al riguardo già da oggi. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha discusso i tempi brevi per la consegna, che dovrebbe avvenire in pochi giorni, considerando le relazioni tra i due paesi. A seguito di ciò, saranno i Carabinieri a prendere in custodia il 22enne e a riportarlo in Italia.
«Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’impostazione più completa», ha affermato a Padova il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi. Oltre al reato di omicidio, previsto dall’articolo 575 del codice penale, la magistratura contesta l’aggravante dell’uso di ‘mezzo insidioso’, prevista dall’articolo 577 secondo comma. Infine, vi è anche l’ipotesi di reato di sequestro di persona, prevista dall’articolo 605 del codice. Lo precisa in una nota la Procura della repubblica di Venezia, sottolineando che «il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin ha modificato i fatti e, quindi, il loro inquadramento in una fattispecie di reato diversa rispetto a quella contestata in precedenza al Turetta. L’arresto di quest’ultimo, a seguito dell’emissione del mandato europeo da parte della polizia tedesca, ha poi posto un punto fermo nelle indagini».