Giulia Cecchettin, il super-testimone: “Sono stato io a chiamare il 112 quella notte”

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“Sì, sono stato io a chiamare il 112 quella notte, certo. Che ore erano? Circa le 23 e un quarto, su per giù. Se ho sentito chiamare aiuto? Non posso rilasciare altre dichiarazioni. Ho già detto tutto ai Carabinieri e ai familiari della ragazza”.

Lo ha detto, parlando al citofono della sua abitazione, il super-testimone dell’omicidio di Giulia, Marco Musumeci, il quale ha lanciato l’allarme dopo aver udito le urla della ragazza, aggredita da Filippo, nel parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin.

Omicidio Giulia Cecchettin: un testimone avrebbe assistito all’aggressione

Un testimone avrebbe osservato l’aggressione nei confronti di Giulia Cecchettin, perpetrata da Filippo Turetta e registrata dalle telecamere del parcheggio dello stabilimento Dior in via Quinta Strada a Fossò, sabato sera. Questo testimone, un addetto alla sorveglianza, avrebbe visto l’accaduto dalla sua guardiola e sentito le grida della giovane. La guardiola è sempre presidiata di notte da personale di sicurezza.

Fonti affidabili hanno confermato a LaPresse la presenza del testimone, indicando che proprio l’addetto alla sicurezza in servizio in quel momento avrebbe informato i carabinieri delle urla di Giulia, che diceva “mi fai male”. Le telecamere a circuito chiuso, pur avendo registrato l’evento, non dispongono di audio e non sono dirette sulla via pubblica, ma solo sul parcheggio, avendo quindi catturato solo parzialmente la scena.

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