Alcuni paleontologi giapponesi hanno recentemente fatto un’importante scoperta riguardante la possibilità di tracciare la provenienza degli tsunami preistorici attraverso l’analisi di depositi di ambra. Questa innovativa ricerca ha suscitato un notevole interesse nella comunità scientifica, a seguito della pubblicazione dei risultati su Scientific Reports.
Il team di ricercatori, proveniente da diverse università e istituti di ricerca in Giappone, ha identificato depositi di ambra con frammenti che presentano deformazioni particolari. Tali alterazioni sono attribuibili a inondazioni improvvise e violente, che hanno trascinato la resina degli alberi e vari detriti nel fondale oceanico. Questo processo ha modificato il normale corso della fossilizzazione dell’ambra, portando alla formazione di “strutture a fiamma” al suo interno, segno evidente della deformazione meccanica causata dal trascinamento.
I depositi analizzati dai paleontologi sono stati rinvenuti nella cava di Shimonakagawa, situata nel nord dell’isola di Hokkaido, e risalgono a 115 milioni di anni fa, durante il periodo Cretaceo, quando i dinosauri popolavano ancora la Terra. Questi animali potrebbero essere stati tra le vittime degli tsunami oggetto di studio da parte dei ricercatori.
Per analizzare i frammenti di ambra, il gruppo ha utilizzato tecniche all’avanguardia, tra cui l’imaging a fluorescenza. Questa metodica prevede l’irradiazione dell’ambra con luce ultravioletta per ottenere immagini dettagliate, rivelando particolari precedentemente invisibili.
Attualmente, gli autori della ricerca stanno estendendo i loro studi a ulteriori depositi di ambra presenti in tutto il mondo, inclusi alcuni giacimenti in Antartide. L’obiettivo è dimostrare che l’analisi di questi materiali possa fornire informazioni preziose sulla direzione e sulla potenza degli tsunami preistorici, aprendo nuove strade per la comprensione degli eventi catastrofici del passato.