I paleontologi individuano il periodo in cui i pterosauri si sono adattati alla vita terrestre

Considerati tra gli animali più emblematici del Mesozoico, insieme ai dinosauri, gli pterosauri sono stati frequentemente raffigurati mentre sorvolavano i sauropodi o planavano sopra le acque per catturare pesci. Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista Current Biology ha rivelato che questi rettili volanti erano altrettanto abili nel muoversi a terra, camminando su quattro zampe.

Fino a poco tempo fa, i paleontologi si erano trovati a fronteggiare interrogativi riguardanti il modo in cui gli pterosauri potessero sostenere il loro peso e camminare una volta atterrati. Grazie alla scoperta di alcune piste d’impronte fossilizzate, è stato possibile fare luce su come questi animali si muovessero quando non erano in volo. Le impronte rinvenute lungo le sponde di fiumi e laghi hanno fornito indizi significativi.

Tra le specie che hanno lasciato tracce nel terreno, spicca il Quetzalcoatlus, noto per la sua impressionante apertura alare di 10 metri, rendendolo uno degli animali volanti più grandi mai esistiti. L’identificazione delle impronte degli pterosauri si è rivelata un compito complesso, ma la determinazione degli autori dello studio ha permesso di classificare tre tipologie di impronte, appartenenti a diversi gruppi di pterosauri.

Tipologie di impronte e habitat

Il gruppo dei neoazhdarchiani, che include il Quetzalcoatlus, era diffuso in habitat costieri e interni in tutto il mondo. Questa adattabilità si rifletteva nelle loro impronte, solitamente poco profonde, a causa del tipo di substrato su cui camminavano. Al contrario, i ctenochasmatoidei hanno lasciato impronte più marcate, suggerendo una preferenza per le aree costiere, dove il terreno era meno duro e permetteva una maggiore profondità nelle impronte. Infine, i dsungaripteridi si distinguevano per la loro abilità nel cercare prede tra le rocce, mostrando una particolare competenza nel frantumare i gusci dei molluschi.

Ogni gruppo di pterosauri ha sviluppato tecniche di movimento a terra uniche, e i paleontologi sono attualmente impegnati a studiare e comprendere i diversi stili di locomozione di queste creature. Questo nuovo studio offre una visione affascinante della vita di questi rettili volanti, ampliando la nostra comprensione dell’ecologia del Mesozoico e delle interazioni tra le varie specie.

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Lorenzo Lorenzotti