Il Dodo di Oxford: il mistero dell’uccello estinto che affascina ancora oggi

Il Dodo è senza dubbio uno degli animali più emblematici legati all’estinzione causata dall’uomo. Questa specie, originaria dell’isola di Mauritius, scomparve definitivamente nella seconda metà del Seicento a causa della caccia indiscriminata da parte dei marinai europei. In pochi decenni, il Dodo, un uccello incapace di volare, fu spazzato via, lasciando un vuoto incolmabile nella biodiversità dell’isola.

Oggi, della specie non restano che pochi resti, come scheletri e uova conservati nei musei, e alcuni ambiziosi progetti di de-estinzione. Tra questi, un esemplare quasi intatto è custodito presso l’Università di Oxford, offrendo un’importante opportunità per gli scienziati di studiare i segreti di questo animale estinto.

Il Dodo conservato a Oxford

L’esemplare di Dodo presente all’Università di Oxford è particolarmente significativo, poiché conserva ancora il suo piumaggio e gran parte dei tessuti dopo quasi 450 anni dalla sua morte. Questo esemplare ha suscitato l’interesse della comunità scientifica, tanto che nei primi anni 2000 i tessuti del cranio sono stati utilizzati per ricerche genetiche. Questi studi hanno rivelato che il Dodo apparteneva al gruppo degli uccelli Columbiformi, aprendo nuove strade per la comprensione della sua evoluzione.

Le analisi genetiche hanno anche identificato le specie più vicine al Dodo, come il piccione delle Nicobare (Caloenas nicobarica), che vive attualmente dall’altra parte dell’Oceano Indiano, e il solitario di Rodrigues (Pezophaps solitaria), un altro uccello estinto alla fine del XVIII secolo, originario della piccola isola di Rodrigues, vicina a Mauritius. Questi legami genetici offrono spunti preziosi per il ripristino della biodiversità e la comprensione delle dynamiche evolutive.

La morte del Dodo e il suo significato

Ulteriori indagini sul Dodo conservato a Oxford hanno rivelato che l’animale fu ucciso a causa di un colpo di pistola, evidenziato da una ferita d’arma da fuoco alla base del collo e alla testa. Questo dettaglio non solo fornisce informazioni sulla causa della sua morte, ma sottolinea anche il ruolo della caccia nella sua estinzione.

Il valore scientifico degli esemplari conservati nei musei è inestimabile. Questi resti non solo raccontano la storia di specie ormai scomparse, ma offrono anche l’opportunità di studiare l’impatto dell’attività umana sulla biodiversità. La storia del Dodo è un monito per il presente e il futuro, ricordando l’importanza della conservazione e della protezione degli ecosistemi.

L’analisi di queste creature estinte permette di riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e di promuovere un approccio sostenibile nei confronti della fauna e della flora. La scienza continua a esplorare le possibilità di riportare in vita specie estinte, ma è fondamentale imparare dalla storia per evitare di ripetere gli stessi errori.

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Lorenzo Lorenzotti