Alcuni fiori hanno sviluppato una straordinaria capacità di ingannare i loro visitatori attraverso odori sgradevoli. Invece di emanare profumi dolci, questi fiori rilasciano un forte tanfo di carne in decomposizione. Questa singolare strategia non è solo un semplice trucco evolutivo, ma è legata a un gene antichissimo, simile a quello che negli esseri umani può causare alito cattivo.
La ricerca ha avuto origine dallo studio di un gruppo di fiori noti come Asarum, comunemente chiamati “zenzeri selvatici”. Gli scienziati hanno esaminato circa trenta specie di questi fiori, scoprendo che molte di esse producono elevati livelli di dimetil disolfuro (DMDS), un composto chimico che si libera quando la carne inizia a deteriorarsi. Sorprendentemente, questa produzione avviene senza l’intervento di batteri.
Per comprendere il meccanismo alla base di questo fenomeno, i ricercatori hanno sequenziato l’RNA delle specie di fiori più puzzolenti, cercando di identificare i geni responsabili. Hanno scoperto un gene specifico, noto come SBP (selenium-binding protein), presente in molte piante e animali, che, con alcune modifiche, può trasformarsi in una vera e propria fabbrica di DMDS.
Questo gene modificato è stato rinvenuto anche in altre due famiglie di piante dal forte odore, il cavolo puzzolente (Symplocarpus) e l’Eurya japonica, un arbusto diffuso in Giappone. Sebbene queste tre piante non siano imparentate, hanno sviluppato lo stesso meccanismo genetico per prosperare, un approccio decisamente diverso rispetto a quello che provoca l’alito cattivo nell’uomo.
Questi fiori emulano l’odore della carne in putrefazione per attrarre insetti necrofagi, che sono particolarmente efficaci nel trasporto del polline. Gli scienziati hanno sottolineato che questo gene antico è presente in piante, animali e batteri. Negli esseri umani, sembra avere una funzione antiossidante e aiuta a eliminare i composti di scarto.
Quando questo gene non funziona correttamente, si possono manifestare alito cattivo e odori corporei sgradevoli. Ciò che per gli esseri umani rappresenta un difetto sociale noto da secoli, per alcune piante si rivela essere un vantaggio evolutivo.