Un nuovo progetto dell’ESA, il telescopio spaziale Plato, si avvicina al completamento e si prepara a esplorare l’universo con l’ambizioso obiettivo di scoprire pianeti simili alla Terra. Grazie a un innovativo sistema composto da 26 telecamere ultra sensibili, questo strumento promette una precisione senza precedenti. Tuttavia, le sue capacità vanno ben oltre la semplice rilevazione di pianeti.
Il telescopio, il cui nome completo è PLAnetary Transits and Oscillations of stars, è progettato per effettuare osservazioni dettagliate, misurazioni e analisi di migliaia di stelle e dei potenziali mondi che orbitano attorno a esse. Ogni fotogramma catturato rappresenterà una finestra aperta su un vasto numero di sistemi stellari.
Oltre a identificare i pianeti, il telescopio avrà la possibilità di osservare anche eventuali anelli e lune che circondano questi corpi celesti, una funzionalità che pochi strumenti hanno tentato di sviluppare in modo serio fino ad ora. In sostanza, Plato si propone di scoprire dettagli fondamentali per determinare se esistono pianeti potenzialmente abitabili al di fuori del nostro sistema solare.
La tecnologia alla base di questo progetto è affascinante. Al centro del telescopio ci sono le sue 26 telecamere, che costituiscono il cuore ottico del sistema. Di queste, ventiquattro sono identiche e organizzate in quattro gruppi da sei, ciascuno con un angolo di orientamento leggermente diverso per ampliare il campo visivo e garantire una copertura più ampia del cielo.
In aggiunta, ci sono due telecamere “veloci”, progettate per catturare immagini ogni 2,5 secondi, mentre le altre telecamere operano con un intervallo di 25 secondi. Questo approccio consente di rilevare variazioni impercettibili in vaste porzioni del cielo, rendendo il telescopio particolarmente efficace nella sua missione.
La risoluzione dell’apparato è notevole: ogni telecamera può raccogliere immagini da 81,4 megapixel, per un totale di oltre 2 miliardi di pixel. Questo garantirà la produzione delle immagini astronomiche più dettagliate mai ottenute dallo spazio.
Il lancio di Plato è previsto per il 2026, con destinazione il punto di Lagrange L2, una zona stabile situata tra la Terra e il Sole. Da questa posizione strategica, il telescopio sarà in grado di osservare e raccogliere indizi su pianeti potenzialmente abitabili, ampliando notevolmente la nostra comprensione dell’universo e delle possibilità di vita al di fuori del nostro pianeta.