Importante scoperta ad Agrigento: rinvenuta una maestosa aula greca sconosciuta

La Sicilia, nel 2025, ha rivelato un’importante scoperta archeologica: un’imponente aula semicircolare greca risalente al II secolo a.C., rinvenuta ad Agrigento. Gli scavi, condotti da un team di archeologi della Freie Universität di Berlino, si sono conclusi a marzo, portando alla luce una struttura che offre nuove prospettive sull’educazione nell’antica Grecia.

Un’aula innovativa

L’aula scoperta presenta una struttura sorprendentemente moderna, con otto file concentriche di sedili in pietra disposte a semicerchio, capaci di accogliere fino a 200 persone. Questa configurazione suggerisce che gli abitanti di Akragas, il nome antico di Agrigento, avessero sviluppato un sistema educativo che integrava l’arte dell’oratoria con l’importanza dell’ascolto collettivo. La scoperta di questa aula cambia radicalmente la nostra percezione delle modalità di insegnamento dell’epoca, che non si limitavano ai piccoli gruppi di studenti ma si estendevano a un pubblico più ampio.

Un contesto educativo ricco

L’aula fa parte di un vasto ginnasio, un complesso educativo fondato nel 580 a.C. e considerato uno dei più antichi del Mediterraneo. Qui, i giovani cittadini non solo si dedicavano allo studio, ma venivano anche formati fisicamente, seguendo il principio della paideia, che mirava a sviluppare un cittadino completo. Questo approccio educativo sottolinea l’importanza della formazione integrata, dove mente e corpo venivano coltivati simultaneamente.

Il valore del dibattito pubblico

La dimensione dell’aula suggerisce l’importanza attribuita dai greci all’arte del dibattito pubblico. Questo aspetto era fondamentale per la formazione del cittadino, essendo alla base di eventi storici cruciali. La scoperta di due blocchi di calcare bianco con iscrizioni finemente incise e decorate con pigmenti rossi ha ulteriormente arricchito questa narrazione. Le iscrizioni fanno riferimento al gymnasiarchos, il direttore del ginnasio, e documentano un restauro finanziato da un cittadino locale in onore delle divinità Ermes ed Eracle, simboli di eloquenza e forza fisica, ideali educativi dell’epoca.

Questa scoperta non solo arricchisce il patrimonio culturale della Sicilia, ma offre anche nuove chiavi di lettura su come gli antichi greci concepivano l’educazione e il ruolo del dibattito nella formazione dei cittadini.

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Lorenzo Lorenzotti