La nevicata può avere conseguenze letali, come in ‘L’Eternauta’?

Da pochi giorni, gli abbonati a Netflix possono scoprire la serie “L’Eternauta”, un adattamento di uno dei fumetti più influenti del Novecento, creato dagli argentini Héctor Oesterheld e Francisco Solano López negli anni cinquanta. Questa produzione segna un’importante pietra miliare per i fan del fumetto e della cultura popolare, portando alla ribalta una narrazione che ha lasciato un segno indelebile nella storia.

Il significato di “l’eternauta”

La rilevanza di questo fumetto è attribuibile a diversi fattori, ma il suo valore principale risiede nel fatto che è diventato un simbolo di resistenza contro le dittature. Scritto in un periodo storico turbolento, durante i colpi di stato militari degli anni settanta, il fumetto rappresenta una critica profonda alla repressione. Oesterheld, il suo autore, subì personalmente le conseguenze della violenza politica: nel 1978, fu rapito e fatto sparire dal regime di Jorge Rafael Videla, insieme alle sue quattro figlie. Questo contesto storico conferisce al lavoro una carica emotiva e un significato che trascende il semplice intrattenimento.

L’uscita della serie su Netflix, promossa anche dal noto game designer Hideo Kojima, offre alle nuove generazioni l’opportunità di immergersi in un universo che riflette le paure e le speranze di un’epoca buia. La prima stagione invita a riflettere su un tema inquietante: è realistico pensare a una nevicata mortale come quella che colpisce Buenos Aires nel fumetto?

Fenomeni atmosferici insoliti nel mondo reale

Nell’opera originale, la nevicata funge da allegoria dell’oppressione politica e sociale, ma nel corso degli anni si sono verificati eventi atmosferici che possono evocare immagini simili a quelle descritte da Oesterheld e López. Ad esempio, nel 2019, diverse città della Siberia furono coperte da una strana neve nera, che trasformò il paesaggio in un’ambientazione quasi distopica. Questo fenomeno fu causato da un malfunzionamento di impianti di depurazione delle industrie di carbone, che rilasciarono nell’atmosfera polveri tossiche altamente irritanti.

Anche nel 2015, un evento analogo si verificò sugli Urali, dove cadde una nevicata blu, caratterizzata da un sapore dolce e da effetti collaterali come mal di gola e irritazioni oculari nei soggetti più vulnerabili. Entrambi i casi comportarono centinaia di ricoveri ospedalieri, sebbene non siano stati registrati decessi.

La nevicata tossica di Cernobyl

Il caso più noto di nevicata tossica risale al 1986, in seguito all’esplosione della centrale nucleare di Cernobyl. In quell’occasione, la neve si contaminò con polveri radioattive che si diffusero in gran parte dell’Europa, creando un grave pericolo per la salute pubblica.

È fondamentale sottolineare che il rischio associato a queste nevicate non deriva dalla neve in sé, ma dalle sostanze tossiche o radioattive che si legano ai cristalli di neve, provenienti da industrie inquinanti, giacimenti minerali o centrali nucleari. Questi eventi atmosferici, sebbene drammatici, ci ricordano l’importanza di proteggere l’ambiente e la salute pubblica da pratiche industriali pericolose.

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Lorenzo Lorenzotti