Fra poche settimane, con l’arrivo dell’estate e la conclusione della primavera, le spiagge italiane si preparano ad accogliere migliaia di turisti. Il clima caldo stimolerà una massiccia affluenza di bagnanti, pronti a godere del sole e del mare. Tuttavia, come accade ogni anno, molti di questi visitatori esprimeranno preoccupazione per la presenza di cumuli di alghe lungo la battigia, sollecitando le autorità locali, i gestori degli stabilimenti balneari e gli operatori turistici a trovare soluzioni adeguate.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la presenza di alghe sulle spiagge non è necessariamente un segnale negativo. I biologi marini, da tempo, cercano di far capire che la comparsa di queste piante marine è in realtà un indicatore positivo. Essa segnala la conclusione della stagione riproduttiva della Posidonia oceanica, una pianta che forma vaste praterie sottomarine e riveste un ruolo fondamentale per la salute dell’ecosistema marino del Mediterraneo.
Tuttavia, i cumuli di Posidonia possono risultare sgradevoli per i bagnanti e rappresentare un problema per gli habitat marini, soprattutto quando le foglie iniziano a marcire sotto il caldo sole estivo. Gli scienziati, per fortuna, hanno sviluppato diverse strategie per affrontare questa situazione, trasformando i cumuli di Posidonia in una preziosa risorsa economica.
Numerose aziende stanno già sfruttando gli spiaggiamenti di Posidonia per recuperare energia e biomassa. Le foglie di questa pianta vengono convertite in concime o biocarburante, contribuendo così a un’economia circolare. Inoltre, alcune imprese edili hanno scoperto che le foglie di Posidonia possono essere trasformate in una sostanza isolante, utile nella costruzione di edifici.
In Sicilia e Sardegna, piccoli imprenditori hanno iniziato a realizzare stuoie, passerelle e tessuti utilizzando le lamine di Posidonia, che, se trattate adeguatamente, si rivelano molto più resistenti del previsto. In alcune circostanze, le foglie di questa pianta sono state impiegate anche per produrre mangimi vegetali destinati agli animali da fattoria, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti.
È importante sottolineare che la presenza della Posidonia oceanica sulle spiagge italiane è un ottimo indicatore della salute del mare. Tuttavia, recenti studi hanno rivelato un aumento della presenza di plastiche nelle foglie di questa specie, simile a quanto osservato nelle alghe dell’Artico. Questo fenomeno mette in evidenza come il comportamento umano stia influenzando negativamente la crescita delle praterie sottomarine, richiamando l’attenzione sulla necessità di una maggiore tutela ambientale.