La vita sulla Terra, in tutte le sue forme, ha una data di scadenza. Le previsioni scientifiche sul futuro del nostro pianeta, infatti, non sono affatto confortanti. Secondo i risultati ottenuti da sofisticati supercomputer dell’Università di Bristol, la Terra potrebbe trasformarsi in un’enorme fornace tropicale in un arco di tempo di circa 250 milioni di anni. In questo scenario, un unico supercontinente dominerebbe il paesaggio, con temperature che potrebbero raggiungere i 70 °C. A complicare ulteriormente la situazione, il livello di anidride carbonica (CO₂) nell’atmosfera potrebbe raddoppiare, mentre il Sole diventerà più luminoso del 2,5%. Questa combinazione letale renderebbe il pianeta invivibile per tutti i mammiferi, inclusi gli esseri umani.
Un altro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, prevede che entro un miliardo di anni l’atmosfera terrestre perderà gran parte del suo ossigeno. Questo perché l’aumento dell’attività solare porterà alla distruzione dell’equilibrio delicato della fotosintesi, che è fondamentale per il mantenimento del livello di CO₂ necessario alla produzione di ossigeno da parte delle piante. Il risultato di questo processo sarebbe un ritorno a un ecosistema simile a quello preistorico, dominato da batteri anaerobici e privo di ozono.
Guardando oltre, se non si verificheranno eventi catastrofici prima, sarà il Sole a segnare la fine definitiva della nostra esistenza. Tra 5 e 7 miliardi di anni, il Sole si espanderà diventando una gigante rossa, inglobando la Terra. È importante notare che il Sole non si trasformerà in un buco nero, ma la sua evoluzione porterà inevitabilmente alla scomparsa della vita come la conosciamo. Fino a quel momento, però, la vita continuerà a trovare modi per adattarsi e sopravvivere, anche in condizioni estreme.