Il matcha sta guadagnando popolarità come valida alternativa al tradizionale caffè espresso, che potrebbe presto essere messo da parte. Tuttavia, è opportuno chiedersi se questo tè giapponese sia realmente così benefico come viene spesso descritto, o se si tratti semplicemente di una tendenza passeggera. Prima di sostituire l’espresso con questa polvere verde, è fondamentale comprendere le caratteristiche e i benefici che la accompagnano.
Il matcha proviene dalla pianta di Camellia sinensis, la stessa da cui si ricavano il tè verde e il tè nero. Ciò che rende questa polvere così speciale è il suo processo di produzione. Le foglie di tè vengono coltivate all’ombra per diverse settimane prima della raccolta, un metodo che non è affatto casuale. Riducendo l’esposizione alla luce, si stimola la pianta a produrre una maggiore quantità di clorofilla e amminoacidi, in particolare L-teanina, alterando significativamente il profilo chimico delle foglie.
Questa particolare lavorazione porta alla creazione di un tè altamente concentrato, che viene consumato interamente sotto forma di polvere disciolta in acqua, a differenza di altre varietà di tè dove le foglie vengono infuse e poi scartate. La storia del matcha ha origini antiche in Cina, ma è in Giappone che ha trovato la sua massima espressione culturale, grazie anche all’uso da parte dei monaci buddhisti che lo utilizzavano per sostenere la meditazione.
Uno degli aspetti più interessanti del matcha è la combinazione di caffeina e L-teanina, che offre uno stimolo mentale più equilibrato rispetto al caffè. Questa combinazione consente di avere un’energia costante, evitando le tipiche impennate e il successivo calo di energia che si possono sperimentare con il caffè tradizionale.
Dal punto di vista nutrizionale, il matcha è particolarmente ricco di polifenoli, in particolare catechine, che sono noti per le loro proprietà antiossidanti. Questi composti sono stati associati a numerosi effetti positivi sulla salute, tra cui la riduzione dell’infiammazione, il miglioramento del metabolismo e il supporto alla salute cardiovascolare. Tuttavia, è importante tenere presente che il matcha contiene anche tannini, che possono ridurre l’assorbimento del ferro se consumati vicino ai pasti. Questo è un fattore da considerare, soprattutto per chi segue una dieta vegetale o ha livelli di ferro già borderline.
La crescente popolarità del matcha, quindi, non è solo una questione di moda, ma si basa su una serie di benefici nutrizionali che meritano attenzione. Con una comprensione più profonda delle sue caratteristiche e dei suoi effetti, i consumatori possono prendere decisioni più informate riguardo al loro consumo di tè e caffè.