Un team di scienziati cinesi ha raggiunto un traguardo significativo nel campo della energia nucleare, realizzando per la prima volta un reattore a sali fusi alimentato a torio liquido. Questo risultato, avvenuto nel 2025, si basa su un progetto statunitense degli anni ’50, che era stato abbandonato a causa di difficoltà tecniche.
Il reattore a sali fusi, noto anche come MSR (Molten Salt Reactor), utilizza un combustibile diverso rispetto ai tradizionali reattori nucleari, impiegando una miscela di sali fusi per generare energia. Questo tipo di reattore è stato concepito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1950, con l’intenzione di sviluppare un jet supersonico a propulsione nucleare. Tuttavia, a causa di numerosi problemi riscontrati durante le sperimentazioni, il progetto venne accantonato nel 1954.
La ricerca è stata successivamente declassificata, permettendo ai ricercatori cinesi di accedere a queste informazioni e di applicarle nel loro progetto attuale. Xu Hongjie, lo scienziato a capo del team, ha sottolineato l’importanza di questo sviluppo, paragonando la situazione a una favola di Esopo, dove i conigli, per la loro pigrizia, perdono l’opportunità a favore della tartaruga.
La struttura che ospita il reattore ha iniziato a operare nel giugno 2024, in una località segreta nel deserto del Gobi, nel nord della Cina, vicino al confine con la Mongolia. Questo reattore ha la capacità di generare due megawatt (2 MW) di energia, un quantitativo sufficiente per alimentare fino a 2.000 famiglie.
Il funzionamento del reattore a sali fusi è innovativo: il combustibile viene disciolto in un sale fuso, che funge sia da refrigerante che da componente della miscela di combustibile. Una volta all’interno della camera del reattore, la miscela è riscaldata a temperature superiori ai 600 gradi Celsius e bombardata con neutroni ad alta energia. Questo processo consente di ottenere atomi di uranio-233, che si scindono liberando energia tramite fissione nucleare.
Un aspetto cruciale è la sicurezza dei reattori a sali fusi, considerati significativamente più sicuri rispetto ai reattori a combustibile solido. Infatti, non possono subire una fusione, riducendo il rischio di incidenti come quelli di Chernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011.
Un ulteriore vantaggio dei reattori a torio è la loro capacità di produrre significativamente meno scorie nucleari rispetto ai reattori tradizionali a uranio. Il torio, inoltre, è più facile da estrarre ed è tre volte più abbondante dell’uranio. Questo lo rende una risorsa preziosa per la Cina, che ha fissato l’obiettivo di raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2060. Le recenti scoperte di enormi giacimenti di torio potrebbero rappresentare un’opportunità strategica per il paese.
Le stime suggeriscono che la quantità di materiale disponibile potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico della Cina per 60.000 anni, un dato impressionante che sottolinea l’importanza di questa ricerca. Con queste premesse, il reattore a sali fusi alimentato a torio potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro energetico della Cina e nella transizione verso forme di energia più sostenibili.