Rispondere alla questione su quale sia la lingua più giovane del mondo non è così immediato come potrebbe sembrare. La definizione di “lingua” può variare: si può considerare un idioma con una grammatica propria, un dialetto evoluto o una lingua creata ex novo. Ci sono almeno tre candidati che meritano attenzione.
L’Afrikaans, ufficialmente nato nel 1925 in Sudafrica, è riconosciuto come la lingua moderna più diffusa ad aver ottenuto un riconoscimento formale nel XX secolo. Questa lingua deriva dal nederlandese del XVII secolo, subendo trasformazioni significative grazie all’influenza dei coloni boeri e all’interazione con diverse popolazioni indigene e sciavi provenienti da varie parti del mondo. Nonostante i tentativi da parte degli inglesi di sopprimerlo, l’Afrikaans ha sviluppato una grammatica e un’identità culturale proprie, diventando una lingua ufficiale parlata attualmente da circa 10 milioni di persone.
Tuttavia, esistono lingue più giovani, emerse letteralmente sotto i nostri occhi. Un esempio è il Light Warlpiri, parlato in un isolato villaggio australiano. Questa lingua è comparsa tra gli anni ’70 e ’80 come risultato di un mix tra inglese, Kriol e Warlpiri, creato dagli adulti. I bambini, ascoltando questi ibridi, sono riusciti a trasformare questa mescolanza in un linguaggio autonomo con regole proprie, attualmente parlato da circa 350 persone.
Un caso ancora più sorprendente è rappresentato dalla Lingua dei Segni del Nicaragua. Prima del 1977, i bambini sordi del Nicaragua comunicavano utilizzando gesti familiari. La situazione cambiò quando vennero riuniti in una scuola a Managua, dove iniziarono a condividere questi segni, dando vita in pochi anni a un linguaggio completamente nuovo, complesso e ricco, che si è trasmesso di generazione in generazione. Oggi, questa lingua conta oltre 1.500 utenti.
Questi esempi dimostrano come la linguistica sia un campo in continua evoluzione, capace di dare vita a nuove forme di comunicazione che riflettono le dynamics sociali e culturali in atto.