Un algoritmo innovativo stima l’età biologica attraverso un selfie: è efficace?

FaceAge è un algoritmo innovativo presentato nella rinomata rivista The Lancet Digital Health, capace di trasformare una semplice foto in un’indicazione dell’età biologica di un individuo. Se questa tecnologia si dimostrasse efficace, le sue applicazioni avrebbero il potenziale di rivoluzionare diversi ambiti medici e non solo.

Utilizzi dell’algoritmo

Gli autori dello studio evidenziano che FaceAge potrebbe giocare un ruolo cruciale nella valutazione di chi può sostenere trattamenti intensivi e chi invece non è idoneo. È fondamentale considerare che l’invecchiamento umano avviene a ritmi diversi, influenzato da fattori quali genetica, stress, attività fisica e abitudini nocive come fumo e consumo di alcol. Attualmente, l’unico metodo per stimare l’età biologica è tramite test genetici costosi, che analizzano i danni e le alterazioni del DNA nel tempo. FaceAge, invece, si propone di fornire informazioni simili utilizzando semplicemente un selfie.

Risultati e applicazioni

Il modello di FaceAge è stato addestrato su un campione di 58.851 immagini di adulti sani, di età superiore ai 60 anni, provenienti da dataset pubblici. Successivamente, è stato testato su 6.196 pazienti oncologici negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi, utilizzando fotografie scattate prima della radioterapia. I risultati sono stati sorprendenti.

I pazienti affetti da tumori maligni apparivano in media 4,79 anni più vecchi biologicamente rispetto alla loro età cronologica. Un punteggio più alto di FaceAge si associava a una peggiore prognosi di sopravvivenza, anche considerando le variabili demografiche. Inoltre, l’algoritmo ha migliorato notevolmente l’accuratezza delle valutazioni dei medici. In un esperimento, otto medici hanno esaminato le immagini di pazienti oncologici terminali, cercando di prevedere chi sarebbe deceduto entro sei mesi. Senza l’ausilio di FaceAge, il loro tasso di successo era solo leggermente superiore alla casualità, mentre con l’algoritmo le previsioni sono risultate significativamente più precise.

Considerazioni etiche e future direzioni

Un aspetto interessante riguarda il modo in cui FaceAge valuta i segni dell’invecchiamento. A differenza degli esseri umani, l’algoritmo attribuisce meno importanza a fattori come i capelli grigi o la calvizie, focalizzandosi piuttosto su lievi variazioni nel tono muscolare del viso. Il passo successivo consisterà nell’analizzare l’influenza di trucco, interventi di chirurgia estetica e condizioni di illuminazione al momento della foto. Non manca, infine, un dibattito etico su come questa tecnologia possa essere utilizzata.

Sebbene un’intelligenza artificiale come FaceAge possa rivelarsi estremamente utile per i medici, è importante considerare che le compagnie di assicurazione sulla vita potrebbero essere interessate a sfruttare questo strumento. Hugo Aerts, co-responsabile dello studio e direttore del programma di intelligenza artificiale in medicina dell’MGB, ha sottolineato l’importanza di garantire che queste tecnologie vengano utilizzate solo a beneficio del paziente.

Published by
Romina Lotito