Pensate che l’attuale situazione della Disney rappresenti il periodo più critico della sua storia? È un errore di valutazione. Per comprendere le sfide affrontate dall’azienda, è utile fare un passo indietro e analizzare eventi significativi del passato.
Nel 1993, il vicepresidente Bob Weis fece un annuncio che avrebbe cambiato il corso della storia della Disney: la nascita di Disney’s America. Durante un evento pubblico, Weis dichiarò che il parco avrebbe offerto un’esperienza unica, invitando i visitatori a comprendere le complessità della storia americana, inclusi temi delicati come la schiavitù e il viaggio attraverso la Underground Railroad.
Il Washington Post, in un articolo a seguito della conferenza stampa, riportò che i dirigenti Disney intendevano presentare le controversie storiche in un modo che non avrebbe offeso il pubblico. Tuttavia, la realizzazione di questa visione si rivelò più difficile del previsto.
Nel 1992, Michael Eisner, all’epoca amministratore delegato della Disney, intraprese un tour negli Stati Uniti con l’intento di trovare il sito ideale per il nuovo parco. La scelta ricadde su Haymarket, in Virginia, un luogo di grande importanza storica, situato vicino a Bull Run, dove si svolse una delle battaglie più sanguinose della w guerra civile americana, con circa 4.000 soldati che persero la vita.
Le caratteristiche del parco avrebbero dovuto differire notevolmente da quelle di Euro Disney. Con una previsione di circa 6 milioni di visitatori annuali, molti dei quali provenienti da Washington D.C., il progetto prevedeva nove aree tematiche, denominate “territori“. Tuttavia, le reazioni del pubblico furono immediate e forti.
Richard Moe, presidente del National Trust for Historic Preservation, espresse preoccupazioni sulla capacità di trasmettere il significato della Guerra Civile accanto a delle attrazioni ludiche. Si interrogò se fosse possibile rappresentare la schiavitù in un contesto di parco divertimenti senza perdere il rispetto per la storia.
Anche il nome Disney’s America suscitò polemiche, suggerendo che la Disney avesse una sorta di monopolio sull’identità americana. Michael Eisner stesso rimase colpito dalle critiche e tentò di migliorare la situazione invitando storici scettici a visitare il parco, ma senza successo.
Nel settembre del 1994, a causa delle crescenti critiche e della cattiva pubblicità, la Disney annunciò ufficialmente la chiusura del progetto del parco in Virginia. Questo evento segnò un capitolo significativo nella storia della Disney, evidenziando le difficoltà di affrontare temi storici complessi in un contesto di intrattenimento.
Questa storia rappresenta una curiosità affascinante, ma non è l’unica a colpire l’immaginario collettivo. Avete sentito parlare dello scimpanzé che ha scombussolato Wall Street?