
Nel corso della storia della paleontologia, le concezioni sui dinosauri hanno subito notevoli cambiamenti. Prima della rivoluzione scientifica degli anni Sessanta, gli esperti ritenevano che questi animali fossero esclusivamente a sangue freddo, incapaci di adattarsi a climi più rigidi rispetto a quelli delle foreste tropicali. Tuttavia, con il progredire delle ricerche e delle scoperte, è emersa una nuova visione.
La scoperta di fossili con strutture scheletriche agili e adattate alla corsa ha cambiato radicalmente il paradigma. Tra i reperti più significativi vi è il fossile del Deinonychus, un dromesauride affine al Velociraptor, il cui scheletro evidenziava caratteristiche perfette per la caccia in movimento. Grazie a tali scoperte, gli scienziati hanno iniziato a comprendere che i dinosauri non fossero affatto lenti come si era sempre creduto.
Le specie di dinosauri corridori
Nel 2025, gli studi sui dinosauri corridori hanno rivelato un numero sorprendente di specie, rendendo difficile identificare quale di esse possa essere considerata la più veloce. Secondo la paleontologa Susannah Maidment del Natural History Museum di Londra, il titolo di dinosauro più veloce potrebbe spettare a un rappresentante degli Ornithomimosauria. Questo gruppo è stato storicamente trascurato a causa della semplicità dei reperti rinvenuti.
Contrariamente ad altre specie carnivore, gli ornitomimosauri non possedevano strutture fisiche letali, ma erano rettili bipedi simili agli odierni struzzi. La loro conformazione, caratterizzata da una testa piccola, un collo lungo e gambe lunghe e flessibili, li rendeva i più rapidi del loro tempo. Queste peculiarità fisiche hanno attirato l’attenzione degli studiosi, contribuendo a ridefinire la loro immagine.
Studi biomeccanici e nuove scoperte
Negli anni Settanta, il professor Robert McNeill Alexander, zoologo, ha condotto studi di biomeccanica che hanno permesso di stabilire una correlazione tra la lunghezza delle zampe, il peso e la velocità degli animali. Analizzando le impronte degli ornitomimosauri e le movenze di animali moderni, Alexander ha gettato le basi per una comprensione più profonda delle capacità motorie di questi dinosauri.
Tuttavia, la mancanza di dati certi sulla velocità degli animali preistorici ha spinto ricercatori contemporanei, come William Sellers dell’Università di Manchester, a esplorare metodi alternativi per stimare la velocità. Utilizzando la robotica evolutiva e la modellazione biomeccanica, gli studi di Sellers hanno confermato che gli ornitomimosauri erano effettivamente veloci, rivelando anche la presenza di altri concorrenti agguerriti.
I concorrenti degli ornitomimosauri
Tra i principali rivali degli ornitomimosauri vi sono i Compsognathus, piccoli teropodi predatori che hanno guadagnato notorietà grazie alla loro apparizione nel film “Jurassic Park: Il mondo perduto”. Questi animali, alti solo 26 cm, erano capaci di raggiungere velocità impressionanti di 64 km orari, superando di gran lunga il noto Velociraptor, che si fermava a 38,9 km orari.
Queste scoperte non solo ampliano la nostra comprensione della biodiversità dei dinosauri, ma anche del loro comportamento e delle loro interazioni ecologiche. La continua ricerca nel campo della paleontologia promette di rivelare ulteriori dettagli su queste affascinanti creature del passato, contribuendo così a un quadro sempre più complesso e affascinante della vita durante il Mesozoico.