
Il Partenone non si presenta come l’illuminata icona di purezza che per secoli è stata celebrata. Recenti indagini, effettuate con tecnologie 3D e un’accuratezza senza precedenti, hanno rivelato che l’interno del tempio era concepito per rimanere quasi completamente in ombra. Questo effetto, voluto e scenografico, conferiva al luogo un’atmosfera teatrale.
La luce nel partenone
Nel cuore del Partenone, la luce non era affatto il fulcro della scena. La luce non si diffondeva in modo costante e uniforme come spesso rappresentato nelle immagini dei testi accademici. Lo studio, diretto dall’archeologo Juan de Lara dell’Università di Oxford, ha dimostrato che l’enorme tempio dedicato ad Atena era progettato per rimanere avvolto in gran parte nell’oscurità. Questa ombra, creata con intenzione, conferiva a ogni dettaglio luminoso un significato specifico.
Ricostruzione digitale
Utilizzando una combinazione di scansioni 3D, modelli ottici e fonti storiche, il team di ricerca ha ricostruito digitalmente l’ambiente originale con una precisione senza precedenti. La luce solare penetrava dalla porta orientale, ma raramente superava l’altezza della statua di Atena. Il volto della dea rimaneva immerso in una semioscurità progettata appositamente.
Elementi architettonici e giochi di luce
Il marmo, proveniente dal monte Pentelico, era probabilmente scelto per le sue caratteristiche riflettenti in condizioni di luce tenue. Elementi come lucernari nascosti, vasche riflettenti e giochi di prospettiva trasformavano il tempio in un autentico palcoscenico visivo. Solo in rare occasioni, come durante il festival Panatenaico, la luce del sole colpiva l’ingresso con l’angolazione perfetta. Un raggio di sole penetrava nell’oscurità, illuminando le vesti dorate della dea con un bagliore quasi mistico.
Anteprima della ricostruzione
Nel video di presentazione, si può osservare un’anteprima della ricostruzione in 3D che gli studiosi stanno realizzando per riportare in vita quel momento unico, come se fossimo nel 447 a.C.