
Un recente studio archeologico ha portato alla luce una scoperta potenzialmente rivoluzionaria riguardante la storia dell’insediamento umano in Scozia. Sull’isola di Skye, situata al largo della costa nord-occidentale, sono stati rinvenuti strumenti in pietra e strutture circolari enigmatiche, suggerendo che gruppi umani potrebbero aver abitato la zona migliaia di anni prima di quanto precedentemente ipotizzato.
Nuove interpretazioni sul clima preistorico
Fino a poco tempo fa, si credeva che il clima difficile dell’epoca preistorica avesse ostacolato ogni tentativo di stabilirsi in queste aree remote. Tuttavia, l’archeologa Karen Hardy, dell’Università di Glasgow, sta guidando un progetto che offre una nuova interpretazione. Secondo il team di ricerca, questi antichi abitanti del Paleolitico Superiore potrebbero aver raggiunto Skye seguendo le mandrie verso nord, in un periodo in cui i ghiacciai cominciavano a ritirarsi e il paesaggio della Scozia subiva profondi mutamenti.
Manufatti e strutture enigmatiche
La scoperta include manufatti realizzati in pietra argillosa cotta, i quali mostrano caratteristiche simili a quelle della cultura Ahrensburg, che si diffuse in Europa circa 11.000 anni fa. Particolarmente affascinante è la presenza di cerchi di pietra, che possono raggiungere un diametro di 5 metri e sono visibili solo per alcune ore all’anno, durante rare maree. In origine, quando queste strutture furono costruite, il terreno era asciutto e situato sopra il livello del mare, come dimostrano i modelli climatici.
Interrogativi sulla cronologia degli insediamenti
Questi reperti indicano quindi una reale occupazione della zona. Tuttavia, la mancanza di dati radiometrici precisi solleva interrogativi sulla cronologia di questi insediamenti. La somiglianza con strutture simili rinvenute in Norvegia supporta l’idea di un’origine antichissima, suggerendo che le pratiche di costruzione di cerchi di pietra potrebbero essere state condivise tra diverse culture preistoriche.
Importanza della scoperta per la storia umana
Questa scoperta sull’isola di Skye, datata 2025, rappresenta un passo importante nella comprensione delle prime migrazioni umane in Scozia e il loro adattamento a un ambiente in continua evoluzione. La ricerca continua a rivelare nuove informazioni, aprendo la strada a ulteriori indagini sul passato remoto di questa regione.