
L’isola di Jeju, la più grande della Corea del Sud, rappresenta un ambiente unico in cui le donne, note come Haenyeo, interagiscono profondamente con l’Oceano per procurarsi il cibo. Questo legame con il mare è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, ma le sfide che queste donne affrontano quotidianamente sono considerevoli. La ricerca del cibo nelle acque profonde non è priva di rischi, e le condizioni in cui operano possono mettere a dura prova il corpo umano.
Le sfide quotidiane delle Haenyeo
Ogni giorno, le Haenyeo devono affrontare il freddo intenso e la mancanza di ossigeno durante le loro immersioni. Queste condizioni estreme richiedono un adattamento fisico notevole, che si è sviluppato nel tempo attraverso l’evoluzione. Le donne di Jeju sono in grado di raccogliere una varietà di frutti di mare, tra cui abalone, ricci di mare, alghe e polpi, immergendosi senza alcun tipo di attrezzatura. Questo modo di vivere, radicato nella cultura locale, ha portato a un’interessante ricerca scientifica che ha rivelato adattamenti genetici specifici.
Un recente studio ha analizzato il DNA di 30 donne Haenyeo e lo ha confrontato con quello di 30 donne non subacquee di Jeju e 31 donne della Corea continentale. I risultati hanno mostrato che le Haenyeo presentano una maggiore tolleranza al freddo, una frequenza cardiaca più bassa e una pressione sanguigna ridotta. Questi tratti non solo permettono loro di resistere a lunghe immersioni, ma potrebbero anche avere implicazioni significative per la medicina, in particolare per il trattamento di disturbi ipertensivi.
Adattamenti genetici e implicazioni scientifiche
La ricerca condotta da un team di scienziati dell’Università della California, Berkeley, ha messo in luce come le Donne del Mare di Jeju possano reggere immersioni prolungate, talvolta fino a cinque ore. Grazie a un’evoluzione naturale, i loro corpi sono capaci di ottimizzare l’uso dell’ossigeno, un vantaggio cruciale durante le immersioni. Melissa Ilardo, genetista dell’Università dello Utah e autrice dello studio pubblicato su Cell Reports, ha evidenziato come le loro capacità siano il risultato di un adattamento a lungo termine alle condizioni estreme in cui operano.
Gli scienziati hanno osservato che le Haenyeo hanno sviluppato una frequenza cardiaca capace di rallentare notevolmente durante le immersioni. Questo fenomeno è stato documentato in vari casi, tra cui quello di un nuotatore il cui battito cardiaco è sceso al di sotto dei 40 battiti al minuto in meno di 15 secondi. Tali scoperte non solo confermano l’adattamento fisiologico delle Haenyeo, ma evidenziano anche come le condizioni ambientali possano influenzare la salute e il benessere umano.
Prospettive per la salute e la ricerca futura
Le scoperte sulle Donne di Haenyeo offrono spunti significativi non solo per la comprensione dell’evoluzione umana, ma anche per le potenziali applicazioni in campo medico. I tratti genetici identificati potrebbero fornire nuove strade per affrontare condizioni come l’ipertensione e i disturbi circolatori. Questi adattamenti potrebbero rivelarsi fondamentali per lo sviluppo di trattamenti innovativi per la salute cardiovascolare.
Il legame tra ambiente e fisiologia, come dimostrato dalle Haenyeo, rappresenta un campo di studio affascinante che merita ulteriori approfondimenti. La loro storia non è solo una testimonianza di resilienza, ma anche un importante capitolo nella ricerca scientifica che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini dell’isola di Jeju.