
Negli ultimi cento anni, l’elettricità ha percorso un lungo cammino attraverso i cavi, dai tralicci fino alle prese domestiche. Tuttavia, il 2025 segna un punto di svolta significativo: l’energia elettrica potrebbe essere trasmessa senza l’uso di fili, grazie a innovazioni che permettono la trasmissione attraverso l’aria e persino dallo spazio. Questa tecnologia, nota come power beaming, sta rapidamente passando dall’immaginazione alla realtà.
Il concetto di trasmissione di energia
Il concetto di trasmettere energia attraverso l’atmosfera non è nuovo. Già Nikola Tesla, inventore visionario, aveva immaginato un futuro in cui l’energia potesse viaggiare senza fili. Oggi, grazie ai recenti sviluppi nel campo dei laser, delle microonde e della fotonica, questi sogni stanno diventando tangibili. Aziende come EMROD, con sede in Nuova Zelanda, e Reach Power, negli Stati Uniti, sono all’avanguardia in questo settore. Stanno esplorando metodi per inviare energia utilizzando fasci di onde elettromagnetiche a lunghe distanze. Il processo prevede che l’energia venga prelevata dalla rete, convertita in microonde e inviata a un’antenna ricevente, dove viene nuovamente trasformata in elettricità utilizzabile. Questa tecnologia, che potrebbe sembrare magica, si basa su principi fisici consolidati.
L’ambizione delle innovazioni energetiche
L’ambizione di queste innovazioni è notevole: l’obiettivo è alimentare una vasta gamma di dispositivi, dai sensori intelligenti nelle abitazioni ai droni, dai camion elettrici impiegati nelle miniere fino a intere comunità isolate. In Giappone, i progetti spaziali mirano a creare una stazione orbitante in grado di inviare un gigawatt di energia sulla Terra, equivalente alla produzione di un reattore nucleare.
Prestazioni e futuro della tecnologia
Le prestazioni di questa tecnologia sono già impressionanti: secondo EMROD, l’efficienza attuale si attesta attorno al 95%, con l’ambizione di raggiungere il 99%. Sebbene inizialmente le applicazioni siano destinate a scopi militari e industriali, si prevede che la tecnologia arrivi presto anche nelle aree urbane. Le resistenze e i dubbi iniziali si stanno affievolendo. Oggi, le domande non riguardano più l’impossibilità di realizzare tali progetti, ma si concentrano su un interrogativo cruciale: quando sarà pronta questa tecnologia?