
Il telescopio spaziale della NASA, noto come SPHEREx, ha avviato ufficialmente le sue operazioni scientifiche, segnando un’importante tappa nella ricerca astronomica. Questo strumento all’avanguardia, lanciato l’11 marzo 2025 dopo un ritardo programmato, ha come obiettivo principale la creazione di una dettagliata mappa 3D dell’universo. Ogni giorno, SPHEREx genera migliaia di immagini che contribuiranno a rivelare non solo la posizione delle galassie, ma anche la loro storia e la loro evoluzione.
Dettagli sul lancio e le operazioni
Il telescopio, il cui acronimo sta per Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer, ha completato un periodo di calibrazione durato sei settimane prima di iniziare le sue operazioni scientifiche. Per i prossimi due anni, SPHEREx orbiterà attorno alla Terra più di 14 volte al giorno, sorvolando i poli e raccogliendo circa 3.600 immagini ogni 24 ore. Questi scatti rappresentano i pezzi di un mosaico che offrirà una visione approfondita del cielo e delle sue strutture.
La tecnologia innovativa di SPHEREx
La vera innovazione del telescopio si trova nella sua capacità di utilizzare la spettroscopia infrarossa. Ogni immagine acquisita viene suddivisa in 102 canali spettrali, ognuno dei quali è sensibile a una specifica lunghezza d’onda. Questo approccio consente di misurare non solo la posizione delle galassie, ma anche la loro distanza, trasformando immagini bidimensionali in paesaggi tridimensionali. Tale tecnologia ha già dimostrato il suo valore in ambiti diversi, come nel rivelare i segreti della Monna Lisa e nell’analisi della composizione chimica delle nubi interstellari.
Obiettivi scientifici e ricerche future
Oltre alla creazione della mappa 3D, SPHEREx si concentrerà anche sullo studio della inflazione cosmica, una fase di rapida espansione che si è verificata subito dopo il Big Bang. Questa fase è cruciale per comprendere l’evoluzione dell’universo e le sue caratteristiche attuali. La ricerca condotta da SPHEREx potrebbe fornire indizi fondamentali sull’origine dell’acqua sulla Terra, con alcuni modelli che suggeriscono una provenienza extraterrestre. La missione si preannuncia quindi come un passo significativo nella comprensione della nostra posizione nell’universo e delle origini della vita stessa.